Segnali incoraggianti dal rapporto Istat, in un contesto tuttavia pur sempre preoccupante
L’abusivismo edilizio in Italia nel 2016 registra, per la prima volta dal 2008, un calo, seppure lieve, ma il numero di edifici abusivi rimane ancora troppo alto: per ogni 100 edifici costruiti secondo regolare permesso rilasciato dal Comune, se ne costruiscono altri 20 irregolari. È il dato principale che emerge dal rapporto “BES 2017 – Benessere Equo e Sostenibile in Italia” redatto annualmente dall’ISTAT e giunto alla sua 5° edizione. Questo documento offre una fotografia completa sui principali aspetti sociali, economici e ambientali del paese ed ha assunto importanza crescente tanto da diventare uno dei testi di valutazione e programmazione della politica economica del Governo.
BES ISTAT 2017: ABUSIVISMO EDILIZIO
Il tema dell’abusivismo edilizio è inserito nel Capitolo 9, dal titolo “Paesaggio e Patrimonio Culturale”. Partiamo dal dato già indicato in apertura: per la prima volta dal 2008, l’indice dell’abusivismo edilizio in Italia ha registrato un segno negativo, seppur molto lieve. Si è passati, infatti, dal 19,9 del 2015 al 19,6 del 2016. Questo risultato si può leggere sia in senso positivo, considerando questa battuta d’arresto un segnale di speranza per un futuro prossimo in cui questa piaga sia estirpata definitivamente dal nostro territorio; sia in senso negativo, perché il fatto che ogni 100 costruzioni regolari ne sorgano altre 20 abusive, evidenzia quanto ancora quel futuro senza abusivismo edilizio sia lontano e complicato da raggiungere.
Il rapporto dell’ISTAT indica come questo fenomeno abbia letteralmente proliferato durante gli anni della crisi economica, dal 2008 in poi, e questo perché la congiuntura sfavorevole aveva ridotto drasticamente il mercato edilizio regolare. Nel documento si legge infatti che “nel 2007… la proporzione era di 9 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate”. Inoltre, sempre in quell’anno “i Comuni italiani avevano rilasciato circa 250mila permessi di costruire per abitazioni in nuovi fabbricati”. Nel 2014, alla fine del periodo più nero, il numero di permessi “era sceso sotto quota 50 mila” mentre l’indice di abusivismo edilizio aveva raggiunto le “20 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate”. Per completezza, segnaliamo anche che il numero di permessi a costruire rilasciati nel 2016 è, secondo i dati ISTAT, risalito in misura molto lieve.
ABUSIVISMO EDILIZIO PER AREE GEOGRAFICHE
Se analizziamo la situazione per aree geografiche scopriamo quanto siano ampie le differenze numeriche tra le regioni del Nord, virtuose (dato complessivo 6,4), quelle del Centro, nelle quali l’indice è in linea con il dato nazionale (19,2), e quelle del Sud, il cui indice complessivo è pari a 48,2. Al Nord l’indice più alto è il 15,9 della Liguria, ben più alto delle altre regioni ma comunque inferiore alla media nazionale. Le altre oscillano dal 7,3 del Veneto al 2 del Trentino-Alto Adige, passando per Emilia-Romagna (7,1), Lombardia (6.8), Piemonte e Valle d’Aosta (5,8) e Friuli-Venezia Giulia (3,5).
Al Centro la situazione è già allarmante, nonostante Toscana e Marche si attestino appena al di sopra del 12. Ma Lazio e Umbria, rispettivamente al 23,8 e 26,8, riequilibrano la situazione in senso negativo.
Ma è il dato del Sud, per quanto forse ovvio, ad essere realmente drammatico. Le uniche regioni sotto media rispetto all’indice complessivo sono la Sardegna (30), l’Abruzzo (32,7) e la Puglia (39,1), dati comunque nettamente superiori a quello nazionale (nel caso della Puglia doppio rispetto all’Italia). Le altre configurano uno scenario che oseremmo definire apocalittico, con indici superiori anche alla media del Mezzogiorno: Basilicata (55,8), Sicilia (57,7), Campania e Calabria sopra al 63 e addirittura il Molise al 71,1.