A isola o connessi, integrati e non integrati: come distinguere e scegliere il sistema più adatto alle proprie esigenze
Il mondo del fotovoltaico è certamente molto vasto e complesso e chi intende installare un impianto di questo tipo, o acquistare un immobile che ne abbia già uno a disposizione, è chiamato a valutare tra molte diverse opzioni per essere in condizione di compiere poi delle scelte consapevoli e funzionali rispetto alle proprie esigenze. Tra gli aspetti da tenere in considerazione c’è senza dubbio la presenza sul mercato di diverse tipologie di impianto fotovoltaico.
Gli impianti fotovoltaici si distinguono in particolare in base al tipo di funzionamento e quindi alle modalità di produzione di energia, e in base alla conformazione e alla struttura, dalle quali dipende il tipo di installazione richiesta. Nel primo caso la distinzione è tra impianti “ad isola” o “stand alone” e impianti “connessi in rete” o “grid connected”; la seconda distinzione è invece tra impianti integrati e impianti non integrati.
Impianti a isola e impianti connessi in rete
Gli impianti a isola o stand alone sono quelli non collegati a una rete di distribuzione elettrica. Questo tipo di impianto prevede quindi l’utilizzo sul posto dell’energia generata: il consumo può avvenire al momento oppure in tempi successivi a quello di produzione, grazie alla presenza di accumulatori o batterie in grado di “conservare” l’energia stessa. Di solito si opta per gli impianti a isola nel caso di immobili che si trovano in posizioni scomode o isolate per le quali è impossibile, o comunque particolarmente complesso, realizzare un allaccio alla rete elettrica nazionale. In generale questo tipo di impianti costituisce una valida soluzione solo quando l’utenza non necessita di energia extra proveniente dalla rete di distribuzione generica e può basarsi esclusivamente su quella autoprodotta.
Gli impianti connessi in rete o grid connected sono invece quelli, come si evince facilmente dal nome, collegati alla rete elettrica. Di solito questi impianti sono collegati anche all’utenza privata a cui fanno riferimento, alimentando proprio questa in via principale e riversando l’energia in eccesso sulla rete nazionale. Allo stesso tempo, se l’energia autoprodotta non è sufficiente, l’utenza può attingere a quella della rete elettrica nazionale. Rientrano in questa categoria di impianti anche tutti quelli non connessi a un’utenza domestica o comunque privata, ma realizzati per contribuire al fabbisogno nazionale e che quindi immettono in rete tutta o comunque gran parte dell’energia prodotta.
Impianti integrati e non integrati
Con impianti fotovoltaici integrati si intende quel tipo di sistemi che sono integrati architettonicamente con un edificio. In questo caso i moduli entrano a far parte della struttura sostituendo uno o più dei suoi componenti. Uno dei casi più comuni di impianto fotovoltaico integrato è l’istituzione dei pannelli come copertura del tetto di una casa, al posto di coppi o tegole.
L’impianto fotovoltaico non integrato è invece quello semplicemente aggiunto a un immobile o a una superficie e che non svolge alcuna funzione oltre a quella della produzione energetica. Un esempio è quello dei pannelli posti su tetti piani e installati su appositi supporti in modo da avere l’inclinazione e l’orientamento migliori ai fini della produzione di energia.
La scelta tra le due opzioni può dipendere da fattori di diverso tipo: economici, strutturali, funzionali. A volte inoltre l’impianto fotovoltaico integrato costituisce l’unica opzione possibile: è il caso di zone sottoposte a vincoli paesaggistici per le quali non è tollerata l’installazione di elementi troppo visibili o eccessivamente impattanti.
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