Lentamente apro la porta ed entro in quella che potrebbe diventare la mia casa.
Com’è aprire questa porta?…
Quali sensazioni mi suscita oltrepassarne la soglia?… Una volta entrato che aria respiro?
Come sto al suo interno?
Cosa sento, fra queste stanze ancora estranee?… come sono distribuite e come vivo la loro dislocazione?
E la luce?
Voglio soltanto uno spazio dove vivere per poco ogni giorno, o voglio un nido che mi protegga?… fuggirò o metterò radici?
E poi: preferisco l’anonimato d’una casa “di passaggio” o, la fedeltà d’un rifugio, conquistata un po’ alla volta?
Mi “sento”, al suo interno?… lo sento in me?
Come e quali sono i primi rumori del luogo … i primi suoni che – ne sono consapevole – potrebbero, potenzialmente, accompagnarmi per il resto dei giorni?
Desidero questo o, forse, tutt’altro?
E, il nido invisibile, si fa e si disfa momento per momento …
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