Come abbiamo già accennato nei precedenti articoli, in età imperiale la segmentazione della città in regiones vedeva quattordici zone, tredici delle quali poste sulla sponda sinistra del Tevere. Una sola zona si trovava adagiata sulla sponda destra e per un lungo momento accompagnava il fiume cittadino da poco dopo Castel Sant’Angelo fino alla zona di San Paolo fuori le mura.
Trastevere era tipicamente popolato dai lavoratori che avevano a che fare con il fiume, marinai e pescatori. Densa era anche la popolazione di immigrati orientali come siriani ed ebrei. È per questa ragione che la zona era popolata di templi per il culto come il Santuario Siriaco sulle pendici del Gianicolo ed il Tempio maggiore per il culto ebraico.
Un’altra tipicità che determinò la suddivisione di tipo immobiliare è il divario tra la zona prossima al Tevere – dove viveva la povera gente che viveva di poveri mestieri come quelli citati – e la zona collinare che era prediletta da ricche famiglie per la costruzione di ville: famosa fra tutte è la stessa villa di Cesare (orti di Cesare) di cui alcune bellezze sono custodite nel Palazzo Massimo.
Gli attuali confini di Trastevere risalgono alla divisione voluta e attuata da Papa Benedetto XIV nel 1744.
Una fra le leggende più interessanti nate fra le mura di Trastevere è il mito della Teriaca volta da Mistridate.
Mitridate, re del porto, era ossessionato dalla paura di morire avvelenato, da uomini o morsi di bestie, e fece lavorare i sacerdoti alla composizione di un potente antidoto, tanto potente che quando il re fu sconfitto da Pompeo non riuscì ad uccidersi avvelenandosi tanto era la sua resistenza ai veleni data dall’assimilazione dell’antidoto nel corso degli anni. A causa di questo fu costretto a farsi uccidere da un soldato.
Il perfezionamento dell’antidoto andò avanti oltre la morte del re. In tempi più recenti, nel periodo dell’illuminismo, la Teriaca divenne il rimedio a tutti i mali tanto era efficace contro qualunque tipo di malattia.
Sembra che gli ingredienti di tale antidoto fossero cinquantasette, fra questi il più importante era la carne di vipera, rigorosamente maschio, ucciso al primo risveglio dopo il letargo invernale.