La normativa in ambito edile è complessa: chi opera in questo ambito deve conoscerla a fondo per garantire progetti di qualità, sicuri e conformi. Residenze Immobiliare lo sa bene: lavorando costantemente al fianco delle imprese di costruzioni, per aiutarle a sviluppare con successo le loro iniziative, è sempre informata e aggiornata sulle leggi di settore, e questo le permette di supportare gli imprenditori edili in modo sicuro e competente.
Abbiamo quindi deciso di dedicare un articolo a questa tematica così articolata. Di seguito, troverai una panoramica dei principali riferimenti normativi in edilizia, utile per orientarsi tra gli aspetti fondamentali della disciplina e comprendere meglio il quadro regolatorio in cui si inserisce ogni intervento.
Le differenze tra norme edilizie e leggi urbanistiche
Nel settore delle costruzioni, innanzitutto, è essenziale fare un distinguo tra disciplina edilizia e disciplina urbanistica. Si tratta di due ambiti diversi, infatti, ma fortemente connessi:
- Le leggi urbanistiche riguardano la pianificazione delle opere edili e l’organizzazione del territorio. Definiscono l’uso del suolo e regolano l’espansione urbana attraverso strumenti come il Piano Regolatore Generale (PRG).
- Le norme edilizie, invece, intervengono sugli aspetti tecnici e costruttivi. Servono quindi a regolare la modalità di realizzazione degli edifici, al fine di garantire la sicurezza della struttura, il rispetto delle norme antisismiche, igienico-sanitarie, acustiche ed energetiche, solo per citarne alcune.
Le principali normative in materia urbanistica ed edilizia in Italia
Vediamo ora un quadro dei principali riferimenti legislativi, in Italia, in materia edile:
- Legge n.1150/1942: nota come “legge urbanistica”, rappresenta la base normativa del settore urbanistico, avendo introdotto strumenti fondamentali come il Piano Regolatore Generale (PRG).
- D.P.R. n.380/2001: si tratta del Testo Unico per l’edilizia, ossia il principale punto di riferimento per il settore in Italia. Il suo scopo è fornire un quadro normativo unico per l’attività edilizia nel nostro Paese, attraverso disposizioni che riguardano aspetti come, ad esempio, titoli abilitativi, controlli, sanzioni e sicurezza.
- D.Lgs. 42/2004, ovvero il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che disciplina l’attività edilizia in aree sottoposte a vincoli paesaggistici. Oltre a questo, esiste il D.P.R. 31/2017 che semplifica la materia riguardante l’autorizzazione paesaggistica.
- D.Lgs. 192/2005: attraverso questo atto, l’Italia ha recepito la normativa europea in merito alle prestazioni energetiche degli immobili. Successivamente, sono seguiti altri provvedimenti che nel tempo hanno modificato, aggiornato o attuato le disposizioni previste dal D.Lgs. 192/2005.
- D.M. 37/2008, fondamentale per la sicurezza degli impianti presenti negli edifici: stabilisce i requisiti tecnici e professionali necessari per gli interventi di installazione, ampliamento e manutenzione straordinaria, e prevede la dichiarazione di conformità.
- D.M. 17 gennaio 2018: ha introdotto le Norme tecniche per le costruzioni (NTC 2018), che regolano la progettazione e la sicurezza, definendo criteri tecnici per garantire durabilità, stabilità e resistenza sismica delle strutture.
- D.M. 2 marzo 2018, ossia il Glossario per l’edilizia libera, che indica le principali opere che possono essere svolte in assenza di titoli abilitativi.
- Piano Casa 2024: rientra tra le ultime novità e apporta delle modifiche al Testo Unico dell’edilizia per promuovere una serie di semplificazioni.
Quelli elencati, naturalmente, sono solo alcuni dei principali riferimenti normativi del settore. Oltre a questi ne potremmo menzionare altri come, ad esempio, il Nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), il Codice di prevenzione incendi (D.M. 3 agosto 2015), il Testo Unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) e il DPCM 5 dicembre 1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”.
Testo Unico dell’edilizia: cos’è e cosa contiene
Dopo questa carrellata, merita un breve approfondimento il Testo Unico dell’edilizia, in quanto, come detto, è attualmente il principale riferimento normativo per il settore in Italia. Questo corpus legislativo – diviso in varie parti, ognuna dedicata a questioni specifiche – definisce in modo preciso una serie di aspetti, tra cui:
- categorie di intervento edilizio (manutenzione ordinaria e straordinaria, nuova costruzione, ristrutturazione, ecc.);
- titoli abilitativi richiesti, come SCIA, CILA, permesso di costruire;
- agibilità degli edifici;
- normativa tecnica;
- vigilanza sull’attività urbanistica-edilizia, relative responsabilità e sanzioni.
Il ruolo dei regolamenti edilizi comunali
Il Regolamento Edilizio Comunale (REC) è lo strumento adottato dai comuni per disciplinare gli interventi edilizi nel proprio territorio, come previsto dal Testo Unico dell’edilizia. Serve dunque ad adattare le norme generali alle necessità e caratteristiche della singola area. Se il PRG (Piano Regolatore Generale) si occupa della pianificazione territoriale e dell’uso del suolo, il REC è uno strumento tecnico il cui ruolo è quello di fissare le modalità costruttive degli edifici, garantendo il rispetto delle normative igienico-sanitarie, tecnico-estetiche e di sicurezza delle strutture. È indispensabile che le imprese edili conoscano in modo approfondito il Regolamento Edilizio Comunale per garantire che ogni intervento rispetti le disposizioni locali vigenti.
Le norme volontarie in edilizia
Infine, oltre alle normative stabilite per legge, vanno menzionate le norme tecniche volontarie (ad esempio le UNI) che forniscono indicazioni e standard per assicurare maggiore qualità e sicurezza. Pur non essendo obbligatorie, è importante che le imprese costruttrici e i professionisti che operano nel settore le conoscano per migliorare la qualità dei propri progetti.
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