I palazzi costruiti senza ascensore possono sempre essere equipaggiati con un nuovo impianto condominiale, dato che l’intervento rientra tra le innovazioni previste dall’articolo 1120 del Codice Civile.
Pur essendo uno dei Paesi con il maggior numero di ascensori al mondo, l’Italia è ancora piena di edifici condominiali sprovvisti di un elevatore. Talvolta mancano gli spazi, oppure è difficile trovare un accordo tra gli inquilini per l’avvio dei lavori.
Il più delle volte, con un po’ di impegno e buon senso, e soprattutto sapendo sfruttare le agevolazioni e gli incentivi statali, si riesce comunque a trovare una soluzione funzionale per tutti e applicabile a ogni contesto.
Un ascensore in un condominio è sempre utile: l’installazione della componente è per più motivi conveniente. Innanzitutto, migliora la qualità della vita quotidiana dei condomini, agevolando tutti i tipi di spostamenti, nei carichi e negli scarichi (anche il più atletico degli inquilini potrebbe aver bisogno di un supporto quando si tratta di portar su i pacchi della spesa…). Bisogna poi considerare le esigenze di disabili, anziani e persone con difficoltà motorie.
L’ascensore può essere un accessorio fondamentale per accedere al proprio appartamento, uscire e muoversi con maggiore libertà negli spazi comuni; inoltre non va dimenticato il valore, anche in termini economici, che la presenza di questo impianto conferisce all’immobile.
Installare un ascensore condominiale: chi paga?
In parecchi condomìni sorge però la paura del costo d’installazione di un ascensore. La spesa, in effetti, può essere alta: i lavori di installazione costano, visto che bisogna spendere per procurarsi la tipologia di piattaforma elevatrice a norma, pagare la ditta che si occupa dei lavori, aggiungere l’IVA relativa all’installazione e quella dovuta per i lavori, con tutti gli altri pagamenti collegati.
Per fortuna anche nel 2023 è possibile sfruttare alcuni incentivi per poter installare un nuovo ascensore condominiale. L’opportunità principale è rappresentata dal Superbonus al 110% e al 90% per coloro che hanno i requisiti. In entrambi i casi l’impianto di elevazione è ammissibile alla misura come intervento trainato.
Per la normativa vigente, la decisione di procedere con l’installazione di un ascensore in un palazzo va deliberata dalla maggioranza dei condomini, e le spese conseguenti vanno sostenute dagli stessi in misura proporzionale ai millesimi in possesso di ciascuno, salvo diversa convenzione esplicitata dalle regole condominiali.
Il condomino che sceglie di non usare il bene comune (come potrebbe succedere nel caso di chi abita al piano terra) è legittimato a chiedere di essere esonerato dalla spesa d’installazione e di manutenzione dell’innovazione. L’articolo 1124 del Codice civile afferma che scale e ascensori sono accessori che vanno mantenuti e sostituiti dai proprietari delle unità immobiliari a cui servono (senza però specificare in che modo si possa determinare il senso di quel “servono”). La spesa relativa è ripartita tra i proprietari “per metà in ragione del valore delle singole unità immobiliari, e per l’altra metà esclusivamente in misura proporzionale all’altezza di ciascun piano dal suolo.”
Tale regola si conforma a quella più generale inerente tutte le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell’edificio, per la prestazione dei servizi nell’interesse comune e, infine, per le innovazioni. L’ascensore rientra appunto nella categoria delle innovazioni funzionali di un edificio.
Ripartizione delle spese relative all’installazione di un ascensore
Nonostante questa evidenza normativa, è facile che nei condomìni si discuta animatamente e che sorgano degli scontri non appena si cominci a parlare di pianificazione e soprattutto di finanziamento di un progetto di installazione di un ascensore.
La legge sulla proprietà immobiliare richiede una maggioranza di due terzi tra i condomini per autorizzare l’aggiunta di un simile impianto. Ma dato che l’innovazione va intesa come struttura che elimina le barriere architettoniche, per approvare i lavori basta la maggioranza dei presenti all’assemblea più 500 millesimi. L’ascensore in questione non deve però danneggiare in alcun modo la proprietà privata dei singoli appartamenti o le zone comuni dell’edificio.
Per consuetudine, dunque, a pagare sono tutti i proprietari delle unità immobiliari a cui serve l’impianto. Alcuni condomini possono perciò rinunciare all’utilizzo dell’ascensore e, in base a ciò, evitare di pagare il costo della sua realizzazione. E se gli stessi condomini refrattari o i loro eredi cambiassero nel tempo idea? Se volessero in un secondo momento utilizzare l’ascensore? Per legge sarebbero comunque autorizzati a farlo, versando la quota delle spese al condominio.
Ascensore condominiale con la legge 104 e agevolazioni
Le scale sono un problema soprattutto per i disabili. E, va da sé, che il disabile riconosciuto ai sensi della legge 104/92 spesso non possa proprio fare a meno di un ascensore. O, a limite, di una piattaforma elevatrice. Ma, come anticipato, capita anche che l’edificio non esprima abbastanza spazio per accogliere l’innovazione. O che l’ascensore possa precludere il godimento di un bene comune o privato anche di un solo condomino. In tutti questi casi i lavori potrebbero essere ostacolati.
Succede anche che le remore relative all’installazione di un ascensore in un condominio siano legate a questioni economiche o estetiche. Ma in questi due ultimi casi la legge tutela il disabile. Gli dà il diritto di accedere con libertà ai luoghi che abita attraverso l’installazione dell’impianto.
Il requisito fondamentale per poter rientrare nel Superbonus è che il percorso di accesso per arrivare all’ascensore debba essere privo di barriere architettoniche. In pratica, se dinanzi all’ascensore sono presenti dei gradini, sarà necessario installare una servoscala o una piattaforma.
Superbonus, bonus ascensore e gli altri incentivi
Riguardo all’agevolazione in sé, bisogna sapere che il Superbonus è stato prorogato fino al 2025 proprio per favorire le agevolazioni finalizzate all’abbattimento di barriere architettoniche.
Nella fattispecie, esiste anche un bonus ascensore che nel 2023 conferma la possibilità di ottenere una detrazione del 75% sulle spese per l’installazione di impianti. Questi ascensori devono però essere installati con l’esplicito obiettivo di favorire l’accesso a persone con disabilità motoria in condomìni, edifici pubblici e strutture private. Il tetto di spesa per i palazzi è di 30.000 euro (per la precisione, per gli edifici che superano le otto unità immobiliari).
Nel 2023 si può anche richiedere il bonus ascensore mediante la cessione del credito. Si tratta di cedere cioè il credito ottenuto tramite gli interventi a un ente terzo (come la banca). Oppure si può ottenere lo sconto in fattura da parte della ditta che esegue i lavori.