Secondo le ultime rilevazioni le quotazioni degli immobili ad uso residenziale nel 2017 sono scese dello 0,4%
In un mercato immobiliare in crescita costante e continua, in cui il numero delle compravendite, la fiducia degli operatori e il valore globale dei mutui emessi per l’acquisto di immobili a uso residenziale sono tutti indici che registrano un segno positivo ormai da diverso tempo, il prezzo degli immobili è l’unico anello mancante della catena. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat infatti i numeri relativi al 2017 certificano un -0,4% nelle quotazioni delle case rispetto al 2016. Si registra, precisamente nel quarto trimestre 2017, un Ipab (Indice dei Prezzi delle Abitazioni) aumentato dello 0,1% rispetto al terzo trimestre, ma diminuito dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Abbiamo quindi detto che, in media, nel 2017 i prezzi delle case sono calati dello 0,4% rispetto al 2016, “sintesi di un aumento dei prezzi per le abitazioni nuove (+0,1%) e di una diminuzione per quelle esistenti (-0,6%)”. L’Istat ci dice anche che “pur trattandosi del sesto anno consecutivo di flessione dei prezzi delle abitazioni, la diminuzione del 2017 è la più contenuta dal 2012 e si è manifestata in presenza della conferma dei segnali di ripresa dei volumi di compravendita: +5,1% l’incremento registrato per il 2017 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale”.
Compravendite immobiliari in crescita costante
Il numero di compravendite registrate negli ultimi anni è in costante aumento: per il 2017 hanno superato il mezzo milione, attestandosi sopra le 540.000. Anche il numero di mutui erogati e il loro ammontare complessivo cresce costantemente, segno di una ritrovata fiducia nel settore da parte dell’utenza. Questi dati denotano come ormai manchi veramente poco per tornare ai livelli pre-crisi del 2008. Per riuscire a completare questa rinascita manca proprio quest’ultimo tassello, ovvero il segno positivo sull’indice dei prezzi. Se da un lato questi sono aumentati in alcune zone del paese – principalmente nelle zone più appetibili delle grandi città e dei capoluoghi – dall’altro, a livello generale, non riescono a tornare a scrivere un segno positivo.
Perché i prezzi delle case scendono?
Quali sono i fattori che impediscono ai prezzi delle nostre case di tornare a salire, come avviene invece nei grandi paesi europei? Confrontando dati e opinioni di esperti del settore possiamo innanzitutto sostenere che, nonostante la ripresa del settore e la ritrovata fiducia, il nostro paese ha vissuto delle turbolenze economiche che negli altri grandi paesi europei non ci sono state, se non in misura più lieve. La crisi del 2008 non ha investito solo il settore immobiliare, ma è stata una crisi economica tout-court, che in Italia ha avuto conseguenze dure e i cui effetti ancora si fanno sentire.
Di conseguenza un sistema economico e finanziario (e bancario) più debole rispetto a quello tedesco, britannico, francese ha inevitabilmente avuto come conseguenza una sofferenza del settore, anzi sarebbe più corretto chiamarla una crisi nera. Ancora oggi, nonostante la indubbia ripresa, una parte dell’utenza vive problematiche oggettive (potere d’acquisto indebolito) e soggettive (una bassa fiducia nel settore) e questo inevitabilmente porta ad un abbassamento dei prezzi, secondo la logica per cui, per avere la certezza di vendere l’immobile, il suo prezzo deve essere un po’ più basso.
Inoltre il nostro paese è il più legato alla casa come investimento. Nel 2008, in piena crisi, i prezzi degli immobili in Italia non crollarono rapidamente come negli USA o in altri grandi paesi occidentali, proprio perché i proprietari non volevano abbassare le loro pretese su un valore così importante tradizionalmente come il “mattone”.
Non che il calo non ci sia stato, ma è stato lento e “spalmato” negli anni successivi. Proprio per questo, anche la risalita si sta verificando con una tempistica rallentata rispetto al resto dell’Europa. Ricordiamo anche che, prima della crisi subprime, i prezzi delle case tra il 2001 e il 2006 raggiunsero un picco elevatissimo e forse, osservandolo con la prospettiva attuale, fu un picco esagerato con prezzi fuori mercato: questo in qualche modo ha disequilibrato anche i tempi necessari per riallinearsi.
Sostanzialmente, con prezzi altissimi nel 2006 e successivamente con la crisi tra il 2008 e il 2013, il mercato ha vissuto il boom e il periodo nero in pochissimo tempo, ciò ha prodotto un eccesso di offerta da smaltire, un altro fattore che tutt’ora condiziona la risalita dei prezzi.