Ecco i dati di Statistiche Catastali, il dossier pubblicato dall’Agenzia delle Entrate
È stato recentemente pubblicato dall’Agenzia delle Entrate il dossier “Statistiche Catastali”, appuntamento annuale ormai fisso, realizzato dall’ufficio Statistiche e Studi della direzione centrale Servizi estimativi e dall’OMI (Osservatorio sul Mercato Immobiliare), in collaborazione con la direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare. Nella pubblicazione si raccolgono e analizzano tutti i dati in possesso del catasto, aggiornati al 31 dicembre 2018 e relativi a tutte le unità immobiliari presenti nel territorio nazionale.
Il primo dato che emerge in maniera evidente è l’aumento dello stock immobiliare, giunto ormai a quasi 75,5 milioni di immobili o loro porzioni, con una crescita dello 0,6%, circa 400.000 unità in più rispetto alla rilevazione precedente, datata 31 dicembre 2017. Le due categorie più numerose sono la A, con quasi 32 milioni e mezzo di unità, +0,3% rispetto al 2017 (in questo calcolo è esclusa la categoria A/10, quella relativa a Uffici e studi privati, che ha invece registrato un calo dello 0,3%) e la C, con quasi 24 milioni e mezzo di unità (+0,8% dall’ultima rilevazione). Il restante stock, circa 10 milioni di unità, è suddiviso tra la categoria F, ovvero immobili non idonei, anche se solo temporaneamente, a produrre reddito, e da beni comuni non censibili (ovvero immobili di proprietà comune che non producono reddito) oltre infine ad una quota residuale di circa 90.000 immobili ancora in lavorazione e costruzione. Le categorie A e C, oltre ad essere quelle più ampie in termini numerici, sono anche quelle con la quota di rendita catastale maggiore rispetto al totale, circa i 2/3. Osservando invece le proprietà dei beni immobiliari, lo stock risulta costituito per l’88,3% circa da unità di cui sono proprietarie persone fisiche, per il restante 11,5% da persone non fisiche e per lo 0,2% da proprietà comuni. La percentuale di unità di proprietà delle persone fisiche è più alta della media per la categoria C e soprattutto per la categoria A, dove questo dato sfiora addirittura il 92%.
Passiamo ad analizzare ora la situazione relativa alle rendite catastali. In generale, la situazione nel 2018 evidenzia una cifra complessiva di quasi 37 miliardi e mezzo di euro, con un aumento dello 0,5% rispetto al 2017. Le persone fisiche detengono il 61% circa del totale delle rendite catastali, con quasi 22,9 miliardi, di cui quasi 15,8 nella categoria A (esclusa la A/10) e altri 4,5 nella C.
Stock immobiliare a destinazione residenziale
Soffermiamoci ora sul settore di maggior interesse, almeno per quanto ci riguarda. Per chi volesse saperne di più anche sui dati raccolti sulle altre categorie catastali, si invita a consultare il testo integrale della pubblicazione. Parliamo quindi delle unità immobiliari censite nella categoria A, dalla A/1 alla A/11, escludendo come già detto la A/10. Di fatto, tutte le categorie riguardanti le “abitazioni”. Abbiamo già segnalato che, rispetto al 2017, sono cresciute dello 0,3%, ovvero circa 92.000 abitazioni in più. Nello specifico, sono aumentate, in questi 12 mesi, le unità censite nelle categorie A/2 (abitazioni di tipo civile, +0,7%), A/3 (di tipo economico, +0,4%), A/7 (villini, +1%) e A/11 (alloggi tipici dei luoghi, +0,5%). In calo, invece, la categoria A/1 (di tipo signorile, -1,8%), A/4 (popolari, -0,5%), A/5 (ultrapopolare, -2,6%), A/6 (rurali, -3,2%, calo più accentuato), A/8 (ville, -0,5%) e A/9 (castelli e palazzi di pregio, -0,2%). Classificando le categorie rispetto alla loro importanza in termini numerici, si consideri che le abitazioni di tipo A/2, civili, sono il 36,6% del totale, poi al 36,3% troviamo le A/3 (economiche), e le A/4 (popolari) al 15,9%. Di fatto, queste tre categorie rappresentano da sole l’88,8% di tutte le case censite in Italia.
Per quanto riguarda le rendite catastali, le “abitazioni”, come sopra definite, raggiungono una rendita totale complessiva di oltre 17 miliardi di euro, +0,5% e circa 90 milioni di euro in più rispetto al 2017. Le persone fisiche detengono abitazioni per quasi 15,8 miliardi di euro, oltre il 92% del totale. Le persone non fisiche, invece, raggiungono 1,3 miliardi di euro. Dividendo invece la rendita catastale totale per le varie tipologie di abitazioni, scopriamo che quasi la metà, il 47,1%, è appannaggio della categoria A/2, il 31,4 % della A/3, il 12,4 per la A/7, il 7,2% per la categoria A/4. Tutte le altre categorie si “dividono” il restante 2% scarso. Il valore medio per categoria varia dai 68 euro per la categoria A/6, ai 76 per la A/11, poi 82 per la A/5, 220 euro per la A/4, 420 per la A/3, 626 per la A/2, 883 euro per la A/7, fino ai 3000 per la A/1 e A/8, e agli oltre 3700 per la A/9. La superficie media, invece, va dai 58 mq per la categoria A/5, ai 64 per la A/11, 69 per la A/6, 95 per la A/4, 110 per la A/3, 126 mq per la categoria A/2, per chiudere con i 300 per la A/1, i 488 per la A/8 e gli oltre 650 mq per la A/9.