Buon segnale dai giovani, aumentano le richieste nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni
Durante lo scorso mese di giugno, la domanda di mutui in Italia ha registrato un segno positivo, con una tendenza diversa da quella che si era verificata nello stesso mese del 2017 e negli ultimi 15 mesi consecutivi. Non a caso, nonostante il risultato positivo di giugno, il primo semestre 2018 ha fatto segnare ancora un andamento negativo.
È quanto emerge dai dati pubblicati dal Barometro Crif, che si basa sul numero di mutui erogati nel primo semestre di quest’anno. Nel resoconto si riscontra questa inversione di tendenza che deve essere letta e analizzata da due punti di vista:
-
- da un lato, infatti, questo dato non può essere considerato come indicativo di una nuova tendenza positiva legata ai mutui. Parliamo infatti di un mese, quello di giugno, in cui le interrogazioni sono cresciute del +3,6% rispetto a giugno 2017, ma se guardiamo l’andamento del primo semestre 2018 nella sua globalità, il segno è ancora negativo, attestandosi al -4,4%. Non possiamo quindi considerare questo dato come un’inversione di tendenza a lungo termine, almeno fin quando non ci saranno altri segnali positivi nei prossimi mesi e finchè l’andamento globale non registrerà anch’esso un segno positivo.
- Dall’altro lato, proprio questo +3,6% può però essere il punto di partenza per un nuovo slancio nelle richieste di mutui nel nostro territorio, pur con tutte le cautele del caso, che abbiamo appena espresso. Questo perché siamo di fronte al primo mese in cui si registra un segno “più”, dopo ben 15 mesi consecutivi nei quali il Barometro Crif scriveva un segno “meno”, quindi una contrazione delle richieste di nuovi mutui.
Possiamo quindi dire, senza esagerare né in un senso né nell’altro, che c’è stata una richiesta più alta che nel recente passato, e questo è un segnale di speranza, anche perché accompagnato da un calo riguardante le surroghe, che nel 2016 erano arrivate addirittura a “coprire” il 25% del totale dei finanziamenti erogati, mentre a fine 2017 questa percentuale è scesa al 17%.
Questo aspetto, ovvero il calo della quota legata alle surroghe (che per ovvi motivi non possono essere considerate come richieste di nuovi mutui) e il contemporaneo aumento di richieste di nuovi mutui potrebbe quindi far pensare a una fase positiva, con un consolidamento dei dati registrati a giugno e in generale nel primo trimestre di quest’anno.
A proposito di primo semestre, dal Barometro Crif emergono altri numeri degni di interesse. In primis, l’aumento seppur lieve dell’importo medio di ogni richiesta di mutuo. Siamo a circa 126.000 euro per richiesta, un +0,9% rispetto al primo semestre 2017. Inoltre, anche la distribuzione percentuale delle richieste tra le varie fasce di importo è piuttosto simile (segno che le richieste sono state fatte sia per appartamenti di vario taglio ma soprattutto da nuclei familiari appartenenti a classi sociali eterogenee). I mutui con importi fino a 75.000 euro (unica fascia che ha registrato una lieve contrazione rispetto alle rilevazioni precedenti) coprono il 26,2%, quelli tra i 75 e i 100.000 euro il 20,3%, poi la fascia più corposa, ovvero tra 100 e 150.000 euro che tocca il 29,7%, ed infine la fascia più alta d’importo, che va dai 150 ai 300.000 euro, raggiunge il 20,7%.
Analizzando anche la durata delle richieste, il Barometro registra come periodo più gettonato (26%) quello che copre un arco tra i 16 e i 20 anni. Questo arco temporale ha registrato il +1,8% rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre è in calo del -2,7% il numero di richieste per mutui che vanno dagli 11 ai 15 anni. In generale, oltre il 72% delle richieste va dai 15 anni in su, segno di un allungamento fisiologico della durata dei finanziamenti.
Ultimo dato rilevato, ma non meno importante, quello relativo all’età dei richiedenti. Dato confortante, perché vede i giovani sempre più al centro delle richieste di mutui. La fascia dai 25 ai 34 anni nel primo semestre 2018 ha coperto il 25,2% del totale, con un incremento dello 0,7% rispetto al I semestre 2017, mentre è calata dell’1,1% la quota di richieste partite dalla fascia 35-44, che rimane comunque al primo posto con quasi il 35% delle richieste. Interessante registrare anche il 24,2% di richieste nella fascia tra i 45 e i 54 anni.