Tassi fissi in calo, tassi variabili in aumento, crescono le domande per le prime case
In un recente articolo, “Il Sole 24 Ore” ha riportato i dati del portale “MutuiOnline” e di Crif, importante società di mediazione creditizia che opera nel settore e che redige dati e relazioni costanti. Da questo deriva un’analisi sull’andamento dei mutui che è spunto per alcune riflessioni.
Innanzitutto, dai dati si evince come la domanda generale di istruttorie relative ai mutui sia ancora in calo, anche abbastanza marcato, visto che nel primo trimestre 2019, secondo le pratiche istruttorie monitorate proprio dalla Crif, si è registrato un -8% rispetto agli ultimi tre mesi del 2018. Un trend, questo, che va fatto risalire principalmente alle surroghe, scese dal 46,8% del totale delle richieste di istruttoria relative ad un mutuo in tutto il 2018, fino al 34,3% in questo primo quadrimestre del 2019. Si tratta del dato più basso dal 2013, quando si toccò il minimo storico, almeno secondo i calcoli elaborati dal portale MutuiOnline.
Mutui 2019: richieste per prima casa
A compensare il calo delle richieste di surroga, ci pensa l’aumento marcato delle domande riguardanti il mutuo per l’acquisto della “prima casa”, che nell’anno solare precedente coprivano il 43,2% del totale delle istruttorie, mentre in questi primi mesi del 2019 sono arrivate quasi al 55% (54,8% per la precisione). Da registrare che, anche in questo caso, dobbiamo tornare indietro di 6 anni, ovvero sempre al 2013, per ritrovare una percentuale così alta di mutui per prime case rispetto al totale delle richieste. Analizzando questi numeri, si conferma la tendenza storica degli italiani a considerare l’immobile come un bene rifugio; tema, questo della casa come bene rifugio principale e come modalità d’investimento principale dei risparmi delle famiglie, recentemente al centro di una nota congiunta di Istat e Bankitalia, in cui si dimostra come metà della ricchezza delle famiglie italiane sia rappresentata dagli immobili a uso residenziale.
Mutui 2019: importo medio erogato
Per quanto riguarda la media dell’importo erogato per ogni istruttoria andata a buon fine, i dati confermano la crescita costante degli ultimi 4 anni: se nel 2017 l’importo medio finanziato per un mutuo era di 124.780 euro, nel 2018 tale importo è salito a 127.483. È inoltre diminuita la forbice tra il mutuo richiesto e quello effettivamente erogato, a dimostrazione di una maggiore facilità delle banche nell’andare incontro alle esigenze e necessità dei richiedenti mutuo. Ultimo dato interessante su cui soffermarsi è quello relativo ai tassi scelti per il mutuo.
Ricordiamo, come evidenziato anche nell’articolo del “Sole 24 ore”, che i tassi, vista la congiuntura economica europea, continuano a essere ai minimi storici da qualche anno, e la differenza di spread tra tasso fisso e variabile è molto ridotta, visto il calo costante del primo e l’aumento del secondo. Se infatti si analizzano le rilevazioni annuali della media dei tassi fissi e variabili per i mutui di durata ventennale e trentennale, si nota che nel 2018 il tasso fisso medio applicato dagli istituti bancari risulta all’1,85%, in costante ribasso negli ultimi 7 anni, visto che nel 2017 era all’1,92% (quindi il calo è stato appena percepibile), dopo che nel 2012 si toccò la vetta del 6,02%. In aumento, invece, il tasso variabile medio applicato dalle banche sui mutui di 20 o 30 anni di durata, più precisamente dallo 0,83% del 2017 allo 0,88% del 2018. Da notare che la forbice, nel mese di aprile 2019, risulta ancora più ristretta, visto che il tasso fisso è ulteriormente sceso all’1,8%, mentre il variabile è salito allo 0,9%.