Ecco a quali condizioni investire nel mattone ha ancora senso
Gli italiani e il mattone: da sempre si tratta di un binomio diffusissimo, con la stragrande maggioranza dei cittadini della penisola – circa il 70% – che possiede almeno una casa. E non sono pochi coloro i quali dispongono di una seconda casa di proprietà, perché l’hanno ereditata o acquistata per utilizzarla, magari come casa di vacanza, o per sfruttarla come investimento oppure per gestirla combinando entrambe le opzioni. Investire nel settore immobiliare è infatti storicamente la scelta più diffusa, almeno in Italia. Tuttavia oggi, in seguito alla pesante crisi che negli anni passati ha investito anche il mattone e considerata la consistente tassazione che interessa questo tipo di beni, oltre ai costi di gestione e manutenzione che un immobile comporta, conviene ancora comprare una seconda casa? Proviamo a rispondere a questo quesito.
Perché comprare una seconda casa?
Le motivazioni che possono spingerci a voler acquistare una seconda casa possono essere le più diverse e già queste costituiscono un elemento fondamentale per valutare se si tratta effettivamente di una scelta saggia oppure no. Molti in particolare prendono questa iniziativa per soddisfare innanzitutto una propria esigenza di base.
C’è ad esempio il caso di chi ha dei figli che stanno per iniziare l’università in una città diversa da quella di residenza: alcune famiglie decidono di comprare un appartamento anziché prenderlo in affitto. In questo modo invece di pagare per diversi anni il canone di affitto si verserà magari la rata del mutuo, ma si realizzerà, allo stesso tempo, anche un investimento: se è abbastanza grande la casa potrà essere affittata già da subito ad altre persone – magari altri studenti – e comunque potrà essere ceduta in locazione una volta che i figli avranno terminato l’università.
C’è la situazione, molto diffusa, in cui si compra una seconda abitazione per utilizzarla come casa di vacanza. Anche in questo caso da una parte si investe e dall’altra si risponde ad un’esigenza: in particolare se si è soliti trascorrere lunghi periodi di villeggiatura in un certo posto, acquistando un immobile risparmieremo sui costi di affitto o su quelli relativi al soggiorno in strutture ricettive. Nulla ci impedisce poi di cedere in affitto l’abitazione nei periodi dell’anno nei quali non la utilizziamo.
C’è poi il caso in cui semplicemente ci si ritrova con una più o meno ingente somma di denaro e si pensa di investirla proprio nel mattone per accedere da subito alla rendita derivante dalla locazione.
Infine si può essere tentati dall’idea di realizzare un ottimo affare quando veniamo a conoscenza di un immobile posto in vendita a un prezzo fortemente ribassato – magari perché il proprietario ha urgente bisogno di liquidità – o di un’asta giudiziaria immobiliare particolarmente allettante.
In tutte queste situazioni c’è già una solida motivazione di base per valutare l’acquisto di una seconda casa e i possibili vantaggi del portare a termine questo tipo di operazione risultano molteplici.
Se invece non si ha nessuna motivazione in particolare per comprare una seconda abitazione e magari non si ha nemmeno un piccolo gruzzolo di risparmi da parte da investire e quindi si dovrebbe eventualmente ricorrere a un mutuo per coprire per intero l’acquisto, sarà bene approfondire e valutare ancor più accuratamente l’opportunità di tale scelta, fare certamente un bilancio costi-ricavi di lungo termine e soprattutto selezionare in modo attento l’immobile da comprare.
Quando conviene comprare una seconda casa?
Le spese da tenere presente nel caso di acquisto di una seconda casa sono il punto di partenza per una corretta valutazione della bontà del nostro investimento: il prezzo di vendita è solo una voce – certamente sarà quella più importante – ma poi ci sono da considerare le imposte sull’acquisto, le spese notarili e, nel caso ci siamo rivolti ad un agente o agenzia immobiliare, anche la provvigione a questi spettante. Dal momento in cui siamo entrati in possesso dell’abitazione inoltre saremo soggetti al pagamento delle tasse sulla proprietà, in particolare l’Imu, e, se intendiamo affittare, anche sul reddito. Non sottovalutiamo poi costi di gestione e manutenzione: oltre ai più o meno importanti interventi di ritocco e ristrutturazione, nei periodi nei quali l’immobile resterà sfitto ricadranno su di noi anche utenze ed eventuali spese di condominio. Valutato e sommato tutto questo andiamo a calcolare quale potrà essere la rendita mensile che questo investimento potrà portarci attraverso l’incasso del canone di affitto e magari anche quanto rapidamente e vantaggiosamente potremmo rivenderla nel caso in cui avessimo improvvisa necessità di liquidità.
In generale, per portare a termine un’operazione fruttuosa e metterci al riparo da costosi imprevisti o errori, è sempre rivolgersi alla consulenza di professionisti del settore fidati ed esperti.
Per maggiori approfondimenti sul tema: “Comprare casa: quando è un buon investimento?”.