Ammesso che in una città ormai “Metropolitana” come Roma, abbia ancora senso chiamare “periferia” l’area urbana consolidata da oltre mezzo secolo al di fuori del centro più antico, bisogna prendere atto che la cosiddetta periferia romana costituisce il vero cuore pulsante della città: è qui che si sviluppa la maggior parte dell’economia cittadina ed è qui che vive e risiede la maggior parte dei romani.
Molte aree di questa vasta periferia, nata e sviluppatasi in assenza di una pianificazione urbanistica, con un livello di “urbanizzazione” scarso se non quasi assente, sono afflitte ancora oggi da:
- trasporti pubblici insufficienti/inadeguati
- reti di acqua e fognature incomplete/insufficienti
- scarsa illuminazione
- carenza di strade e parcheggi
- carenza di spazi di verde attrezzato
- mancanza di scuole, edifici pubblici, negozi e centri commerciali, di luoghi per tempo libero/cultura/aggregazione e di luoghi identificativi
È evidente quindi la assoluta rilevanza del problema “periferie” nella Capitale.
Questa situazione rappresenta una grave iniquità di trattamento per una larga parte dei cittadini che vi risiedono e che si sentono, a ragione, considerati di “serie B” e abbandonati dalle istituzioni, tanto che il sentimento di antipolitica è ormai tra di loro molto diffuso; sono aree dove facilmente è presente il degrado sociale e dove il terreno diventa fertile per lo sviluppo di sacche di illegalità.
Periferie da riqualificare
Parte del vasto territorio della periferia romana è costituita da aree sorte in maniera spontanea per rispondere alle esigenze abitative di una Roma Capitale d’Italia.
Sono le cosiddette “borgate”, dove da quasi 40 anni è prevista la Riqualificazione Urbana e dove operano i Consorzi di cittadini e i Consorzi di “Autorecupero” per la realizzazione delle “Opere a Scomputo” (Zone “O” e Toponimi).
Ruolo di consorzi e associazioni di autorecupero
I Consorzi e le Associazioni di Autorecupero, tramite l’organizzazione e la partecipazione dei cittadini al processo di trasformazione delle periferie, hanno consentito negli anni di superare il fenomeno dell’abusivismo edilizio, di gestire e controllare il malumore e la protesta dei residenti, di progettare e realizzare, tramite le procedure delle Opere a Scomputo, centinaia di chilometri di fognature, migliaia di pali della luce, parchi, asili, viabilità pubblica e centri polifunzionali, nonché di elaborare e presentare, con la piena partecipazione dei cittadini residenti, i Piani di Recupero Urbano dei Nuclei ex abusivi.
Da venti anni i Consorzi garantiscono il rapporto tra l’amministrazione comunale e regionale ed i cittadini della periferia, per dare pratica attuazione alle politiche di risanamento, trasformazione e riorganizzazione del territorio.
I Consorzi e le Associazioni che li coordinano sono le uniche organizzazioni sociali che operano in queste vaste aree della città con trasparenza, con condivisione e partecipazione dei residenti, con rispetto delle norme e delle istituzioni.
Soluzioni per il recupero delle periferie
Le soluzioni per il recupero delle periferie esistono già e sono rappresentate da strumenti urbanistici e normativi che permetterebbero, una volta divenuti operativi, di completare le opere pubbliche necessarie a rendere le “borgate” dei veri e propri quartieri e ad integrarli con il resto della città, facendo così nascere una vera Città Metropolitana.
Le soluzioni sono:
- Definitiva approvazione dei Piani Urbanistici “TOPONIMI”
- Riadozione dei Piani Urbanistici delle ZONE “O”, ormai scaduti
- Rilancio delle OPERE A SCOMPUTO, con normative aggiornate che assicurino una attuazione coerente con le finalità dei piani ed in tempi più rapidi
- Chiusura delle pratiche di CONDONO EDILIZIO giacenti da tanti anni nell’ufficio Condono
- Nuove forme di GESTIONE e MANUTENZIONE delle opere pubbliche che si realizzano, con la partecipazione dei residenti riuniti in Consorzi
Attualmente i tempi per la messa in opera di questi strumenti sono purtroppo lunghissimi a causa, da un lato, dell’assenza di volontà politica e, dall’altro, dell’inerzia ed inefficienza della pubblica amministrazione, insieme alla farraginosità della normativa (la burocrazia in Italia è capace solo di frenare e ostacolare il paese reale).
Questi ritardi ingiustificati creano un forte disagio tra i cittadini che rischia di sfociare in forme di protesta e di ribellione. Fenomeni finora evitati grazie alla organizzazione dei cittadini stessi in consorzi ed associazioni consortili che hanno consentito la partecipazione della popolazione ai processi pubblici di trasformazione urbana. Inoltre grazie alle “opere a scomputo” sono state realizzate diverse opere pubbliche che le amministrazioni comunali non sono state capaci di portare avanti.
Questi ritardi hanno poi generato, oltre al disagio, anche una eclatante disparità di diritti che affligge questi cittadini di serie B i quali si ritrovano i propri terreni svalutati e non possono (ovvero non hanno potuto) applicare il Piano Casa in assenza di chiusura delle pratiche di Condono Edilizio.
Sono inoltre soggetti ad iniquità impositiva: i proprietari dei terreni liberi (edificabili solo dopo approvazione definitiva dei Piani) sono infatti costretti da tempo a pagare IMU e TASI come se fossero già edificabili; i proprietari di abitazioni pagano IMU e TASI alla pari dei cittadini del centro, senza avere gli stessi servizi e pagando per coprire i costi della manutenzione di quello che non c’è!
Cosa si deve fare
È necessario che la politica prenda coscienza di questa inaccettabile situazione ed affronti in maniera prioritaria e costruttiva i problemi di questa parte di periferia, dando avvio ad una gestione straordinaria – e non più ordinaria – dei Piani di Recupero e Riqualificazione delle periferie, con il superamento degli attuali ostacoli della burocrazia tramite la semplificazione di norme e procedure e rendendo efficiente l’apparato amministrativo.
È del tutto evidente che risolvere il problema “periferie”, oltre a sanare una situazione di inaccettabile disparità, consentirebbe di rimettere in moto l’economia cittadina, così gravemente colpita dalla crisi, in particolare proprio nel settore dell’edilizia, ridando ossigeno alle piccole e medie imprese ed aumentando i livelli occupazionali: solo attraverso l’attuazione dei Piani Urbanistici Toponimi si avrebbe una ricaduta economica di oltre 7,2 miliardi di euro e la creazione di oltre 36.000 nuovi posti di lavoro.
In concreto, per le periferie bisogna:
- Portare a conclusione rapidamente l’avviato processo di approvazione della manovra urbanistica dei TOPONIMI già adottati e portare in adozione quelli già partecipati
- Costituire un tavolo per la definizione di una procedura amministrativa per la riadozione delle ZONE “O” che tenga conto della positiva esperienza dei Toponimi, ovvero mediante l’applicazione delle norme della Legge Regionale di imminente approvazione sulla RIGENERAZIONE URBANA, così da rendere concretamente possibile la realizzazione delle opere di urbanizzazione mancanti
- Dare attuazione alla Legge Regionale sulla Rigenerazione Urbana, che ha in particolare lo scopo di intervenire, mediante procedure amministrative semplificate, nella ristrutturazione e riqualificazione edilizia ed urbanistica delle aree compromesse; deve divenire, per la città di Roma, un grande strumento di intervento capace, tramite i Consorzi di Recupero Urbano, di integrare l’azione, già in atto da anni con i Toponimi, le Zone “O” ed i PRINT.
- Definire procedure amministrative che rendano attuabile la manutenzione delle strutture pubbliche mediante l’AUTOGESTIONE da parte dei consorzi dei cittadini residenti per evitare che le opere già realizzate o in corso di approvazione o realizzazione, e quelle che saranno realizzate attuando i Piani Urbanistici, restino poi in balia di se stesse perché non gestite e mantenute dal Comune per mancanza di risorse
Per l’attuazione dei primi tre punti è necessario disporre di norme sulle Opere a Scomputo snelle ed efficaci, nonché di chiudere le pratiche di Condono edilizio presentate dai cittadini consorziati, per recuperare risorse economiche (circa 50 milioni di euro di oneri concessori) da destinare alle opere di urbanizzazione.
Testo aggiornato al 15/06/2017