Fino a tutto il 2024, è ancora possibile usufruire del bonus ristrutturazione, un’agevolazione fiscale che permette la detrazione IRPEF di parte della spesa fatta per lavori di tipo edilizio in edifici a uso abitativo.
Come funziona
La detrazione si conferma nella misura del 50% della spesa totale per interventi di riqualificazione edilizia, manutenzione straordinaria e ordinaria. Il limite massimo di spesa per poter usufruire della detrazione è di 96.000 euro per unità immobiliare. Tale agevolazione può essere richiesta da tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, siano essi residenti o non in Italia. I lavori possono riferirsi a ristrutturazioni in condomini o in edifici singoli.
Interventi compresi nel bonus ristrutturazione 2024
L’agevolazione fiscale è applicabile a tutti gli interventi di manutenzione straordinaria, come nel caso di una ristrutturazione edilizia o di un risanamento conservativo, anche su edifici residenziali rurali. Per la manutenzione ordinaria il bonus vale solo per i lavori svolti su parti comuni di edifici residenziali. Oppure su un singolo immobile, nel caso di un intervento più consistente, come la ristrutturazione di un bagno con conseguente tinteggiatura delle pareti.
Secondo le regole vigenti, l’agevolazione può supportare anche interventi di ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati, qualora la causa del danneggiamento sia un evento calamitoso e l’immobile sorga in un territorio contrassegnato da stato di emergenza.
Rientrano nei lavori ammissibili tutti gli interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche inerenti ascensori e montacarichi. E ancora: i lavori relativi all’adozione di misure di prevenzione al furto o all’aggressione (con detrazione però applicabile solo alle spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili) o finalizzati a evitare infortuni domestici.
Sono reputati detraibili attraverso il bonus anche i lavori di bonifica dall’amianto, quelli per la cablatura degli edifici, il contenimento dell’inquinamento acustico, il conseguimento di risparmi energetici e gli interventi per la sostituzione del gruppo elettrogeno con generatori di emergenza di ultima generazione.
La detrazione fiscale, pari al 50% su una spesa massima di 96.000 euro, sarà valida fino al 31 dicembre 2024, dopodiché il bonus ristrutturazioni, a meno di improbabili proroghe, dovrebbe abbassarsi al 36% su spese massime di 48.000 euro per unità immobiliare.
La detrazione va indicata nella dichiarazione dei redditi e ripartita in dieci quote annuali di pari importo. E possono beneficiarne non solo i proprietari o i titolari di diritti reali sugli immobili ma anche inquilini e comodatari.
Bonus ristrutturazione 2024: come si richiede e documentazione necessaria
Per ottenere il bonus ristrutturazione 2024 non bisogna compilare alcuna domanda specifica. L’agevolazione viene dichiarata nel modello PF, redditi persone fisiche (cioè nel ex modello Unico). In pratica, è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile. Se i lavori sono stati effettuati dal proprietario, occorrono gli estremi di registrazione dell’atto e i dati richiesti per il controllo della detrazione.
Non è più possibile ottenere lo sconto immediato in fattura (solo gli interventi realizzati prima del 17 febbraio 2023 possono ancora godere dell’agevolazione sotto questa forma). E lo stesso vale per il credito d’imposta cedibile.
Ciò che bisogna fare a livello burocratico è inviare, laddove previsto, una comunicazione di inizio lavori all’ASL e pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale in cui risultino la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione e il codice fiscale o numero della partita IVA del beneficiario. Sul pagamento l’ente di riferimento applicherà una ritenuta dell’8%, che si alzerà all’11% dal primo marzo 2024: è l’acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori.
Per gli interventi sulle parti comuni condominiali occorrono il codice fiscale del condominio e quello dell’amministratore o del condomino che effettua il pagamento.
A richiesta, il contribuente che ha usufruito del bonus ristrutturazione dovrà esibire alcuni documenti. Fra questi, tutte le abilitazioni amministrative relative ai lavori da realizzare, la domanda di accatastamento (per gli immobili non ancora censiti) e le ricevute di pagamento dell’IMU. Per i condomini, servono altresì la delibera assembleare di approvazione dei lavori e la tabella millesimale di ripartizione delle spese. Fondamentali sono le fatture relative alle spese sostenute, con le ricevute dei bonifici di pagamento.