Un’Ordinanza della Cassazione fa chiarezza nel merito della questione
A beneficiare del bonus prima casa possono essere anche coloro i quali possiedono un’abitazione che tuttavia è stata data in affitto. Con una recente ordinanza infatti la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza nel merito, introducendo una significativa novità nell’ambito delle disciplina che interessa questa importante agevolazione fiscale.
BONUS PRIMA CASA: COS’È
Il bonus prima casa è un’agevolazione che consente di pagare imposte ridotte sull’atto di acquisto di un’abitazione in presenza di determinate condizioni. In particolare chi acquista da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione Iva) deve versare un’imposta di registro del 2%, anziché del 9%, sul valore catastale dell’immobile, mentre le imposte ipotecaria e catastale si versano ognuna nella misura fissa di 50 euro. Se invece il venditore è un’impresa con vendita soggetta a Iva, l’acquirente dovrà versare l’imposta sul valore aggiunto, calcolata sul prezzo della cessione, pari al 4% anziché al 10%. In questo caso le imposte di registro, catastale e ipotecaria si pagano nella misura fissa di 200 euro ciascuna. Per maggiori informazioni vi consigliamo la lettura dell’articolo “Agevolazioni prima casa: cosa sono e quando si applicano” e “Agevolazioni prima casa: ecco le novità”.
BONUS PRIMA CASA PER CHI POSSIEDE UN IMMOBILE IN AFFITTO
Di recente la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito al caso in cui a richiedere il bonus prima casa sia qualcuno che è titolare, nello stesso Comune, di un immobile che sia tuttavia vincolato da un contratto di affitto. Anche in questo caso, ha stabilito la Cassazione, si ha diritto all’agevolazione. Il bonus è infatti valido anche nei casi in cui l’acquirente sia già proprietario di un immobile nello stesso Comune, se quell’immobile è da considerare non idoneo a soddisfare le esigenze abitative del richiedente: il fatto che l’immobile sia affittato rientra, secondo la Corte, tra le condizioni di inidoneità poiché il titolare “è privato della detenzione e conseguentemente, per quanto qui rileva, della concreta possibilità di utilizzarlo come propria abitazione”.