Tra le proposte, proroga della detrazione Iva per acquisti ad alta efficienza energetica ed imposta unica patrimoniale
“Per rilanciare definitivamente il mercato immobiliare nel nostro paese, sono a nostro avviso necessari una serie di interventi decisi da parte del Governo. Uno su tutti: prorogare al 2019 la detrazione del 50% dell’Iva in caso di acquisto di immobili ad alta efficienza energetica”.
È questa una delle due proposte principali lanciate da Giuliano Campana, Presidente dell’ANCE, intervenuto nel mese di luglio in audizione alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Un discorso, quello di Campana, che ha preferito soffermarsi sugli aspetti da migliorare per raggiungere il definitivo rilancio del settore edile ed immobiliare, non concentrandosi, in questo caso, sui dati molto positivi e in netta crescita degli ultimi anni.
Una proroga necessaria, quindi, che duri “almeno” fino al 31 dicembre 2019, per la legge che prevede la detrazione del 50% dell’IVA sull’acquisto di un immobile di classe energetica A o B (questa norma, attiva negli anni precedenti, è stata già prorogata al 31 dicembre 2017), una legge su cui l’ANCE, attraverso il suo Presidente, ha espresso un parere decisamente e nettamente positivo.
Sotto questo aspetto Campana ha inoltre rilanciato un vecchio cavallo di battaglia suo e dell’Associazione dei Costruttori, ovvero l’eliminazione della disparità tra acquisto dalle imprese e acquisto dai privati, argomento già promosso nel 2015 in un intervento presso la Commissione Finanze della Camera.
Ultima idea per quanto riguarda il settore delle compravendite è quella sull’uniformazione dell’importo, in misura di 200 euro, per la tassazione di registro e le imposte ipotecarie e catastali.
Tra le proposte principali c’è poi quella che riguarda l’introduzione di un’imposta unica per il settore patrimoniale immobiliare. Questa soluzione piuttosto radicale parte da una stima dell’ANCE che dimostra come sia cresciuto l’ammontare complessivo delle entrate relative alla tassazione sugli immobili di proprietà.
Se nel 2011, infatti, quando ancora era in vigore l’ICI, il gettito totale si attestava sui 9,8 miliardi di euro, nel 2015, grazie al combinato disposto di IMU (che ha sostituito l’ICI) e TASI, la somma è salita addirittura a 24,5 miliardi. Questo ha portato ad un aggravio notevole di spesa per tutti i proprietari di immobili che ha di fatto frenato il rilancio definitivo del settore (al netto dei risultati positivi dell’ultimo triennio, come già indicato sopra).
Si deve quindi, secondo Campana, riformare la fiscalità locale introducendo un’imposta unica patrimoniale “stabile”, indipendentemente dal suo nome. Come primo passo, in ogni caso, è fondamentale prevedere l’esenzione totale da IMU e TASI per le aree edificabili e gli immobili costruiti o ristrutturati a scopo vendita.
Sono state poi lanciate, a corollario di queste due principali, altre idee per il superamento definitivo del periodo nero nel settore edilizio ed immobiliare.
“Occorre premiare gli interventi di demolizione e ricostruzione” che abbiano portato ad un miglioramento di una o due classi sismiche, “concedendo… una detrazione in favore degli acquirenti di questi immobili”. Questo il pensiero per il settore legati agli adeguamenti e miglioramenti antisismici.
Nel campo del regime fiscale, in conclusione, l’ANCE propone al Governo il passaggio ad un regime fiscale premiale e a misura fissa, eliminando i vincoli attuali.