Storia del condono edilizio
Il fenomeno dell’abusivismo edilizio, che ha origini lontane, in Italia è andato crescendo negli anni del secondo dopoguerra a causa dell’insieme di tre situazioni:
- esplosione della domanda abitativa, che non trovava soddisfacimento nel mercato edilizio e nelle politiche pubbliche
- incapacità dell’amministrazione pubblica sia di dare una risposta adeguata a questa domanda di case, sia in termini di capacità di governare o almeno controllare il fenomeno
- attività speculative
Per sanare e regolarizzare queste situazioni, recuperando anche consistenti risorse economiche (oneri concessori e oblazioni) negli anni sono state promulgate tre Leggi di Condono Edilizio: nel 1985, nel 1994 e, l’ultima, nel 2003.
Stato delle domande di condono in Italia
La situazione delle domande di condono presentate a fronte delle 3 Leggi di Sanatoria edilizia è la seguente:
Legge | Domande | Rilasciati | Da rilasciare |
N. 47 del 1985 – abusi ammessi fino al 31/12/1983 | 413.200 | 295.500 | 117.700 |
N. 724 del 1994 – abusi ammessi fino al 31/12/1993 | 96.500 | 60.100 | 36.400 |
N. 326 del 2003 – abusi ammessi fino al 31/12/2002 | 85.800 | 4.300 | 81.500 |
TOTALE | 677.000 | 359.900 | 235.600 |
I numeri qui sopra mettono chiaramente in mostra la assoluta incapacità e/o volontà ed inefficienza dell’amministrazione comunale nello svolgere i propri doveri: ci sono migliaia di domande che aspettano risposta anche da più di trent’anni!
Conseguenze
Questa inaccettabile situazione, oltre a ledere i diritti dei cittadini (che senza la concessione in sanatoria, non possono vendere né ristrutturare la propria casa) blocca il recupero di risorse economiche per circa 50 milioni di euro con le quali realizzare opere pubbliche.
Oltre a questi ritardi biblici, si assiste anche a situazioni paradossali, quando si nega il rilascio del condono per abusi eseguiti in zone sottoposte a tutela paesaggistica, malgrado queste stesse zone siano dichiarate edificabili dal P.R.G. vigente (anche nei Toponimi già adottati!), come dire: adesso demolisci che poi domani potrai ricostruire!