Quotazioni in crescita solo nel nord-est, boom a Milano, in diminuzione anche Roma
L’Istat ha reso noti nei giorni scorsi i dati relativi ai prezzi delle abitazioni nel quarto trimestre 2018. Ancora una volta, i prezzi degli immobili calano, rispettivamente del -0,2% rispetto al trimestre precedente e del -0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Questi dati quindi confermano la tendenza negativa dell’andamento dei prezzi. Il calo è attribuibile al solo settore degli immobili esistenti, che calano del -0,7% come valore tendenziale (cioè rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e del -0,3% su base congiunturale (ovvero rispetto al trimestre precedente). In generale, valutando l’andamento annuale, le abitazioni esistenti hanno visto i prezzi calare dell’1% tra il 2017 e il 2018, mentre quelle nuove hanno registrato un aumento pari all’1%; il fatto quindi che il dato globale sia negativo, si deve ovviamente al fatto che gli immobili esistenti rappresentino una fetta pari a circa 4/5 del mercato totale.
Se valutiamo questo andamento partendo dal 2010, primo anno per cui sia disponibile la serie storica dell’IPAB, i prezzi delle case nel quarto trimestre 2018 risultano calati del 16,9% rispetto ad allora, a causa del crollo dei prezzi delle abitazioni esistenti (-23,2%), mentre nello stesso decennio le nuove costruzioni hanno registrato un aumento, anche se lieve, del +0,7%. Se calano i prezzi, crescono però i volumi di compravendita. Nel quarto trimestre del 2018 si è registrato un incremento tendenziale (cioè rispetto a un anno fa) pari addirittura al +9,3%. Insomma, prezzi sempre più bassi, ma sempre maggiore il volume degli acquisti.
Divisione in aree territoriali
Nel quarto trimestre del 2018 la sola macro-area d’Italia nella quale l’IPAB abbia fatto registrare un segno positivo è il Nord-Est, con il +1,3% tendenziale (cioè, ricordiamolo, su base annua, rispetto cioè allo stesso trimestre del 2017). Nello stesso periodo, lieve calo del Nord-Ovest (-0.2%), mentre al Centro (-1,4%) e nel Sud e Isole (-1,7%) il calo è più marcato del dato nazionale, che si attesta al -1,2%. Per quanto riguarda i prezzi, nel Nord-Est sono cresciuti sia quelli delle nuove abitazioni che quelli delle case già esistenti, al Nord-Ovest in crescita i prezzi delle nuove costruzioni e in calo quelle esistenti, mentre al Centro, al Sud e nelle Isole si registra il doppio calo, sia degli immobili vecchi, sia di quelli nuovi. Facendo il paragone con il 2010 anche su scala territoriale, è il Centro la macro-area nella quale il calo dell’IPAB è più marcato nel decennio, addirittura il -22,6%, mentre Sud e Isole registrano il calo più contenuto (-8,8%), dovuto principalmente ai prezzi che in queste zone erano in media decisamente più bassi già nel 2010.
Andamento dei prezzi a Roma, Milano e Torino
Lo studio Istat si conclude concentrando l’analisi sulla situazione nelle tre principali metropoli del Paese e i dati che ne emergono confermano una fotografia molto eterogenea, proprio come quella “scattata” negli studi per macro-aree. Roma, ad esempio, segnala il -2% di calo dell’IPAB su base tendenziale, causato dal calo del 2,5% delle abitazioni esistenti (le nuove abitazioni crescono invece di mezzo punto percentuale). A Milano, invece, si è verificata una situazione praticamente opposta rispetto alla Capitale: i dati indicano infatti una crescita anche piuttosto evidente dei prezzi su base tendenziale, arrivati al +4,3%, dovuto al boom delle case vecchie, i cui prezzi sono cresciuti in 12 mesi del 5,5%, mentre le nuove sono calate dello 0,8%. Infine Torino: il capoluogo sabaudo registra un aumento dei prezzi meno marcato di quello di Milano (+1,1%), dovuto in questo caso al boom dei prezzi delle nuove abitazioni (+4,4%), mentre le case già esistenti sono cresciute in maniera decisamente meno marcata: +0,6%. Guardando ai dati relativi al 2018, Milano è al terzo anno consecutivo con un aumento medio annuo dei prezzi, Torino è al secondo anno consecutivo, anche se la crescita in questo caso è meno marcata di Milano, mentre ancora in sofferenza è Roma: la Capitale infatti registra un calo medio annuo dei prezzi per il secondo anno consecutivo e un calo dei prezzi degli immobili vicino addirittura al -25% rispetto ai prezzi del 2010.